Cinque SÌ per cambiare davvero. Non restiamo a guardare.
L’8 e il 9 giugno siamo tutti chiamati a fare una scelta fondamentale. Che tu sia favorevole o contrario, l’importante è andare a votare. Anche mettere una scheda bianca è un gesto politico. Ma non restare a casa: è esattamente quello che vogliono i poteri forti.
Perché? Perché se non si raggiunge il quorum, il referendum fallisce e le cose restano così come sono. E così a rimetterci saranno, come sempre, i lavoratori più fragili, i cittadini più deboli, le vittime silenziose di un sistema che tutela solo i più ricchi e potenti.
Dietro le campagne per il “NO” non ci sono ragioni nobili, ma solo interessi economici enormi. Grandi lobby e multinazionali, quelle che guadagnano senza scrupoli sulla pelle degli altri, non vogliono cambiare nulla. Per loro, qualche centinaio di morti sul lavoro non è un problema. Meglio risparmiare sulla sicurezza che rinunciare a qualche milione di profitto.
E chi sono le vittime? Sempre gli stessi: i sottopagati, i precari, gli invisibili. Coloro che, ogni giorno, tengono in piedi questo Paese, mentre altri si arricchiscono in modo smisurato e ingiusto. Il sistema attuale serve solo a proteggere privilegi, non a garantire diritti.
I 5 SÌ servono a questo:
- Mettere al centro la dignità del lavoro
- Rafforzare la giustizia sociale
- Dare voce a chi non ne ha
- Spezzare il silenzio che copre le disuguaglianze
- Cambiare un sistema che premia l’abuso e punisce la fatica
Non ci interessa quale partito voti alle elezioni. Oggi la scelta è tra il potere delle élite e i diritti delle persone. Non è una battaglia di partito: è una battaglia di civiltà.
Lo dimostra l’elenco dei partiti che sostengono il “NO”, ben visibile nell’immagine pubblicata sul nostro sito: visualizza immagine e anche su Wikipedia. Sono sempre gli stessi: quelli che difendono i grandi interessi e dimenticano le persone.
📢 Per una volta, mettiamo da parte le bandiere e stiamo tutti dalla stessa parte: la nostra.
🗳️ 5 schede, 5 SÌ. Nessun dubbio.
Non lasciamo decidere gli altri. Il referendum è uno strumento potente, ma funziona solo se lo usiamo.

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