Di Giuseppe Conte

Questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica.
Buona parte delle forze politiche rappresentate in Parlamento appoggiano il Governo in carica e questo può agevolare un clima di confronto costruttivo e una convergenza su un progetto riformatore.

Tutte le forze devono concorrere a compiere l’unica, vera rivoluzione utile a migliorare, anzi a salvare, il servizio pubblico. Un servizio pubblico ormai intriso di decenni di prassi e abitudini che vanno rimosse. Un servizio pubblico ormai incrostato che ci obbliga a operare una coraggiosa ricostruzione. È una questione centrale, che riguarda la nostra democrazia.

La riforma del 2015 non si è rivelata adeguata. Io stesso devo ammettere di non essere riuscito, durante gli anni in cui sono stato al governo, a incidere sino al punto di promuovere una pur necessaria riforma. Dobbiamo riconoscere tutti, senza ipocrisie, che non potranno essere nuovi nomi a salvare la Rai dagli antichi vizi. La nuova Rai deve sorgere su pilastri diversi. E la politica, con tutto il rispetto, deve restare fuori dalla porta.

Se non riformiamo a fondo la governance non realizzeremo mai le premesse per operare l’auspicata rivoluzione.

L’intervento più radicale impone di istituire una Fondazione che offra le necessarie garanzie di autorevolezza e pluralismo e diventi l’azionista di riferimento della Rai. Se non riusciamo a convergere su questa premessa che almeno si discuta la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle che è già sul tavolo, che prevede, tra le altre cose, l’impossibilità di far parte del cda della Rai per chi ha ricoperto incarichi politici e di governo negli anni precedenti; una prima selezione con avviso pubblico di Agcom e, tra gli idonei, l’individuazione tramite sorteggio; il divieto di rinnovo della carica; l’incompatibilità per i consiglieri con qualsiasi altro incarico pubblico o privato.

Misuriamoci subito su questo tema. Confrontiamoci con tutte le forze politiche su questo punto. Dobbiamo una risposta urgente. Agli italiani.