Cordoglio al sociologo dei più deboli e della giustizia sociale.

Domenico De Masi

La morte di Domenico De Masi è una perdita profonda per la società civile onesta. Un uomo che ha dedicato la sua vita all’analisi e allo studio del lavoro, dei cambiamenti sociali e delle dinamiche politiche, lasciando un’impronta indelebile nel mondo accademico e nell’attivismo politico.

De Masi è stato una “rondine”, un individuo determinato ma senza spocchia, con una struttura interna solida e un impegno costante verso il futuro. La sua vita è stata un percorso che ha attraversato il Novecento con una visione chiara di puntare al XXI secolo e oltre. Senza comprendere il contesto del XX secolo, non possiamo apprezzare appieno la sua poliedrica vivacità culturale, la vasta rete di relazioni che ha costruito e il suo cosmopolitismo che lo ha portato a studiare a Parigi prima del ’68 e a diventare un punto di riferimento intellettuale in Brasile negli ultimi venti anni.

Nato a Rotello, in provincia di Campobasso, nel 1938, De Masi ha compiuto un percorso accademico eccezionale. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Perugia, si è trasferito a Parigi per il dottorato in Sociologia del Lavoro, dove ha lavorato con Alain Touraine. Questo è stato un momento cruciale nella sua carriera, poiché ha abbracciato la sociologia applicata ai processi reali, una visione che lo ha definito per il resto della sua vita. Ha studiato direttamente nelle fabbriche e ha cercato di introdurre nuove forme di gestione del lavoro, influenzato anche dall’incontro con Adriano Olivetti.

Il suo ritorno in Italia ha segnato l’inizio della sua carriera accademica e del suo impegno nel mondo del lavoro. Ha insegnato in diverse università italiane, compresa l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Cagliari e l’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato numerosi manuali sull’organizzazione del lavoro e la sociologia del lavoro, tra cui opere significative come “Il lavoratore post-industriale,” “Il futuro del lavoro” e “Ozio creativo,” in cui ha sostenuto l’importanza della motivazione del lavoratore e della dimensione dell'”ozio creativo.”

De Masi è stato anche un visionario, interessato alle sfide poste dalla rivoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione. Ha analizzato le nuove tendenze come lo smart working, la riduzione dell’orario di lavoro e il reddito di cittadinanza. Tuttavia, ha mantenuto un forte legame con le aziende e ha creato la Scuola del Fatto, dove il lavoro è stato al centro delle discussioni con le migliori imprese italiane.

La sua natura visionaria lo ha portato a collaborare con il Movimento 5 Stelle, dove ha condotto ricerche sul lavoro e ha influenzato la cultura politica del movimento. Durante la campagna elettorale del 2022, ha rivelato le pressioni subite da Beppe Grillo da parte di Mario Draghi per rimuovere Giuseppe Conte, una polemica che ha avuto un impatto significativo sulle dinamiche politiche.

De Masi ha anche tentato di fondare una Scuola politica dei 5 Stelle, dimostrando il suo impegno per l’innovazione e il progresso politico. Nel suo lavoro giornalistico per il Fatto Quotidiano, ha affrontato numerosi temi legati al lavoro e alle questioni sociali, fornendo una lettura approfondita della politica basata su dinamiche di fondo.

La sua influenza si è estesa anche in Brasile, dove i suoi libri sono stati tradotti e ha guadagnato prestigio tra il Partito dei Lavoratori e Lula. Ha amato e apprezzato l’architetto Oscar Niemeyer, che paragonava ad Adriano Olivetti, entrambi impegnati a migliorare il mondo ingiusto che ci circonda.

Domenico De Masi è stato un gigante intellettuale che ha contribuito in modo significativo alla comprensione del lavoro, dei cambiamenti sociali e delle dinamiche politiche. La sua eredità vive attraverso le sue opere e il suo impegno per un futuro migliore. La sua morte è una perdita profonda, e la società civile onesta sentirà la mancanza di una mente brillante e impegnata come la sua.


Cordoglio di Giuseppe Conte:

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