articolo scritto da Angelo Castagno

Premessa

condividiamo volentieri questo post di Angelo, in quanto questa questione infinita e controversa del bocciodromo, è stata una battaglia che ha combattuto il nostro compianto Stefano Torrese .

Ovvero il Partenariato Pubblico Privato inteso come Pubbliche Perdite e Privati Ritorni.

E’ una storia infinita quella del bocciodromo! Dopo una inutile spesa di circa 5 milioni di euro (capitale più interessi) ed una deliberata trasformazione in impianto polisportivo per un ulteriore spesa di altri 5 milioni abbondanti (capitale più interessi) nulla si muove in Via Alpignano ed il bocciodromo continua a far bella (!) mostra di sé.

Lo schema del Partenariato prevede che dei rischi tipici dell’opera quello di costruzione e di domanda (gestione economica dell’attività post avviamento) rimangano in capo al consorzio aggiudicatario della gara. Leggendo la documentazione relativa più di una voce si levò a contestare il fatto che il rischio di domanda/gestione in realtà, esclusi i primi due anni, si sarebbe ribaltato sul comune, ma in questa sede si vuole sostenere che sono i costi finanziari dell’operazione a determinare l’impossibilità a far partire l’opera, e che il consorzio possa svanire come neve al sole, fatto salvo che si rivedano i termini del partenariato, ovvero che i contribuenti rivolesi paghino “volontariamente” di più.

A fronte della realizzazione dell’opera il comune avrebbe pagato un onere annuo di euro 258.000 per venti anni, al termine del quale avrebbe avuto il pieno possesso della struttura. In realtà ci sarebbe anche un onere annuo di manutenzione straordinaria di Euro 20.000 (trascuriamolo), e per contro avrebbe avuto un ritorno annuo di Euro 170.000 quale riconoscimento del gestore per la concessione ventennale, ma garantito per soli due anni! Ma concentriamoci sulla prima voce.

In quella cifra sono ricompresi gli interessi passivi ed il capitale da restituire al soggetto finanziatore che si assume i relativi rischi (ICCREA), i costi e gli utili al soggetto realizzatore (impresa) ed i costi di gestione per l’avviamento (per due anni).

Il prestito scontava i tassi base di mercato , presumo l’IRS a 20 anni, che ad inizio 2019 (data della proposta ultima del consorzio) ebbe un livello medio dello 1%; considerando la rata complessiva al netto del tasso base si deduce che a quest’ultimo il consorzio aggiungeva a soddisfazione del piano uno spread annuo del 2,75% circa (calcolato col metodo del Tasso Interno di Rendimento). In numeri significa che la rata annuale si scompone (grosso modo) in 200.000 euro di tasso base da restituire all’ICCREA per il prestito e circa 58.000 euro (che per 20 anni fa 1 milione e 160 mila) per l’utile di ICCREA, quello dell’impresa costruttrice, per gli oneri netti di gestione d’avviamento (per due anni) ed i rischi di costruzione e finanziari (maggiori costi delle forniture rispetto al preventivato)!

Trascuriamo i maggiori oneri di costruzione dovuti agli aumenti delle materie prime e derivati poiché stimati certamente nel margine sopra evidenziato e guardiamo al tasso base dell’operazione che attualmente è del 2,9%! Fermi restando i termini dell’aggiudicazione del bando, a parità di rata lascerebbe a disposizione uno spread di circa 0,85%, in Euro un margine di euro 18.000 (che per 20 anni farebbe solo più trecentosessantamila): troppo poco per remunerare i soggetti del consorzio! Sì e no bastano appena per l’avviamento della gestione, anche se per il consorzio l’opera sarebbe andata subito in utile!

Cambiano le condizioni e, presumibilmente, gli entusiasti membri del consorzio, certi delle magnifiche sorti dell’impianto, ora storcono il naso e studiano come sfilarsi salvo battere cassa al partner pubblico, ovvero ai contribuenti….eppure quando ci si assume i rischi bisogna essere consapevoli che gli stessi potrebbero non rimanere rischi, ma divenire eventi certi e premunirsi….

pensiero di Angelo castagno

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Post originario di Angelo Castagno

Stefano Torrese

Qui trovi l'articolo sulla scomparsa di Stefano Torrese